Giorgio Scaramuzzino: storie che restano

Giorgio Scaramuzzino storie che restano

Durante le visite d’istruzione formativa di quest’anno, tra Marina di Camerota e le Isole Tremiti, abbiamo avuto l’occasione di ospitare Giorgio Scaramuzzino, attore, regista e formatore, un maestro capace di trasformare ogni incontro in un’esperienza che resta indelebile.

La sua carriera è ricca e poliedrica: dal teatro ragazzi alla televisione, dagli spettacoli itineranti alla scrittura di libri che sanno raccontare storie universali con delicatezza e forza. Ma ciò che davvero colpisce di Giorgio è il modo in cui riesce a far sentire ciascuno di noi protagonista, come se ogni parola, ogni gesto, ogni silenzio fosse pensato per accendere un piccolo fuoco dentro di noi.

Nei suoi laboratori il teatro diventa molto più di un gioco: è uno specchio, una porta aperta verso l’incontro con se stessi e con gli altri, un luogo in cui amore, sogni e unicità non sono solo parole, ma sentimenti vissuti intensamente.

Amore: la capacità di ascoltare, di sentirsi vicini, di creare legami autentici che superano barriere e differenze.

Sogni: il coraggio di dare voce a desideri spesso nascosti, di immaginare possibilità e mondi che sembravano lontani.

Unicità: il riconoscere il valore di ogni singola storia, la bellezza di ciò che ci rende irripetibili, e la magia di farne una ricchezza condivisa.

Queste le parole chiave che ruotano attorno alle sue attività. Ogni esercizio proposto da Giorgio è un invito a mettersi in gioco, a sentire e a scoprire, a lasciarsi sorprendere da se stessi e dagli altri. In poche ore ci ha portati in un viaggio che ha lasciato il segno: un viaggio fatto di emozioni, risate, riflessioni e meraviglia, capace di continuare a vibrare anche dopo, nella vita quotidiana.

È stata un’esperienza che non si dimentica, perché Giorgio non insegna solo il teatro: ci ricorda che dentro ciascuno di noi c’è un mondo prezioso da scoprire, e che condividere quel mondo può trasformare ogni incontro in qualcosa di straordinario.

Quando il laboratorio finisce, non sembra mai davvero una fine. Si esce con il cuore più leggero, gli occhi più attenti, e la sensazione di aver vissuto qualcosa di unico.

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