Quando i piedi toccano la terra di Marina di Camerota e la sabbia bagnata dal suo mare, si ha la sensazione di entrare in una dimensione altra, distante e suggestiva.
«La luce della primavera cilentana riscalda le spalle e si rifrange sulle rocce» ci ha confidato il barcaiolo che ci accompagnava, insieme alle scolaresche lungo la costa «è la più bella dell’anno. In piena estate non è così affascinante”.
Il Festival del Racconto Ambientale si apre in un contesto di straordinario valore naturalistico. La costa cilentana, tra maggio e giugno, ha accolto circa un migliaio di studenti provenienti da ogni parte d’Italia. Bimed, ancora una volta, ha messo a disposizione della comunità educante numerosi formatori che, affiancati dal presidente Andrea Iovino, hanno promosso il tema del viaggio e il potere narrativo della scrittura.
Tra i nomi più evocati durante l’evento, spicca quello del grande esploratore Ferdinando Magellano, la cui impresa ci è giunta grazie al diario di bordo redatto da Antonio Pigafetta, giovane cronista imbarcato su una delle cinque navi della spedizione. È grazie al suo racconto che conosciamo oggi le gesta di Magellano.
Il viaggio dell’illustre navigatore ha ispirato i laboratori proposti, incentrati sul valore della comunità, della condivisione e sull’importanza del racconto. I ragazzi sono stati coinvolti in attività di narrazione, illustrazione, teatro, pallacanestro, musica e molto altro.
Gli esperti hanno accompagnato gli studenti e le studentesse in questo percorso formativo, mettendo a disposizione non solo le proprie competenze tecniche, ma anche l’esperienza maturata nel corso della loro carriera.
Non sono mancati momenti di grande coinvolgimento: molti ragazzi e ragazze, al termine del laboratorio condotto da Giorgio Scaramuzzino, hanno espresso entusiasmo per le capacità narrative dell’artista savonese. Allo stesso modo, l’interpretazione del mito attraverso i disegni a carboncino realizzati in tempo reale da Giorgio Rizzo ha fatto vivere ai partecipanti il fascino di una narrazione visiva, capace di stimolare più sensi contemporaneamente.
Anna Baccelliere ha guidato i ragazzi nella creazione tridimensionale di un racconto personale, mentre Fabio Mundadori ha saputo mantenere alta la suspense con i suoi laboratori dedicati al genere giallo. Alessandra Sala, attraverso l’uso di materiali audiovisivi, ha condotto i ragazzi in mondi e storie lontane.
Roberto Lombardi ha esplorato con loro il significato profondo delle parole, mentre Cristò Chiapparino ha acceso nei giovani la passione per il romanzo e la narrativa. Njegos Visnjic, cestista e mental coach, ha trasmesso i principi di una squadra coesa e connessa, applicabili anche oltre il campo di gioco.
Durante l’intero periodo delle attività, i corpi, le menti e i cuori dei ragazzi sono stati pienamente coinvolti, in un processo di scoperta che ha integrato studio, gioco e creatività. I laboratori si sono rivelati occasioni preziose per sperimentare, riflettere, raccontare, spazi di dialogo e confronto, stimoli alla creatività e alla ricerca di nuovi punti di vista, anche su ciò che si credeva conosciuto.
Con l’augurio che ciascun protagonista del Festival possa diventare
“quel bambino che con grandi ali
prese la luna tra le mani,
e volò via, e volò via.
Era l’uomo di domani, l’uomo di domani”.
Articolo redatto da Anna Rapoli





