Diario delle Tremiti

Se una nave servì a Magellano per il giro del mondo, ogni viaggio ha una rotta che sfida il tempo e lo spazio: funziona sempre, e sempre lascia una traccia. E il luogo diventa la compagnia, l’incontro, quello che resta e quello che scompare, lungo tappe di tre giorni estese per tre settimane.
Viaggiare come perdersi e ritrovare la strada di casa, attraversando il bosco e i promontori.
Segnando il passo in mezzo ai rami, tra eserciti di chiocciole dopo la pioggia, richiamando l’attenzione dei gabbiani, fino a seguire il canto delle diomedee. E poi l’alba.
Non siamo più animali, troppo presi da un ingombrante contorno. Eppure, se quest’isola fosse reale, sarebbe “Una specie di paradiso” il luogo dove il Racconto ambientale trova il suo habitat, restituendo a chi lo vive una porzione di senso. Una memoria.
È qui che gli arcipelaghi appaiono dal mare come dal nulla, offrendo insenature rivelate d’azzurro, frotte e frotte di pesci, capre lungo le pendici di roccia e una vegetazione salata, che impregna l’aria di capperi e artemisia, aglio selvatico e pepe. È qui che centinaia di ragazzi si sono ritrovati insieme, nelle storie cucite da narratori e teatranti, nei lavori di segno e parole: nelle narrazioni di Giada Trebeschi e Paolo Regina, nelle maschere reali e immaginate di Eduardo Ricciardelli, nei ritagli animati di Anna Baccelliere, nei giochi di intreccio di Fabio Mundadori. Ciascun lavoro mette in conto una regola per un gioco, che siano le parole di Mario Giuffrida e Marco Tomatis o il percorso sui sensi di Sara Magnoli, i fumetti di Tiziano Riverso, le immagini a due toni di Giorgio
Rizzo
e l’arte incantatoria del racconto di Giorgio Scaramuzzino.
Le figure sono fantasmatiche, diventeranno come dei sogni insieme alle storie: a squadre le scuole si affrontano con mente e corpo, cercando risposte e saltando a ritmo sulla corda, contando palleggi e lavorando a una scena, disegnando una coreografia, tutto nel ritmo della sortita, dell’alloggio che raccoglie i volti felici e stremati. E infine il traghetto riparte, verso la terraferma, porto di Termoli, malinconia.

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