Benjamin Netanyahu, Il “Vangelo” e Hammurabi

Benjamin Netanyahu, Il “Vangelo” e Hammurabi

Ora è tempo di pace

di Andrea Iovino e Maurizio Spaccazocchi

Nell’attuale guerra fra Israele e Hamas, ogni giorno le morti dei cittadini palestinesi aumentano tragicamente, senza parlare poi, dei tantissimi feriti che restano sul campo. Naturalmente non possiamo trascurare il fatto che tutto ciò è stato originato dal vile attacco e dalla disumana strage delle 1.200 persone uccise da Hamas il 7 ottobre oltre a quelle rapite di cui ancora non si sa quale sarà il destino.

L’altissimo numero di vittime e di feriti che l’esercito israeliano sta infliggendo al popolo palestinese e solo in minima parte ai guerriglieri di Hamas e ai loro collaboratori, è dovuta alla prorompente forza militare d’Israele asservita a un governo che non vuole sentire ragioni, disposto a massacrare gli inermi cittadini palestinesi del tutto indifesi e senza alcuna possibilità non solo di belligerare ma anche… di sopravvivere a causa dell’assoluta povertà in cui da troppo tempo si trova questo popolo.  La ricchezza d’Israele, come ben sappiamo, offre la possibilità di fornire all’esercito tecnologie che fanno uso della IA, tra l’altro programmata, in questo specifico caso, per individuare il maggior numero di obiettivi da bombardare. Questo speciale sistema digitale di morte è stato chiamato da Israele scandalosamente e sadicamente Vangelo, si tratta di una tecnologia che “ragiona” e opera più sulla quantità che sulla qualità di scelta degli obiettivi umani.

E pensare che la parola Vangelo deriva dalla parola greca εὐαγγέλιον, giungendo alla latina evangelium che letteralmente significa lieto annunzio o buona novella.

Signor presidente Benjamin Netanyahu, come può essere un lieto annunzio la morte, sino ad oggi, di quasi ventottomila persone, fra le quali moltissime sono bambini inermi?

Presidente Netanyahu come può essere una buona novella il numero incalcolabile di cittadini dispersi sotto le migliaia e migliaia di case bombardate a Gaza?

Presidente, non crede di aver fatto entrare lo stato di Israele nel mortale meccanismo basato sull’odio che non fa altro che far proliferare altro odio?

Presidente, Israele sta sopportando ingiustamente, da ben più di mezzo secolo, anche il peso della Shoah, ma quando mai potrà giungere il vostro sano e umano momento del perdono?

Quando potrà sorgere il giusto bisogno di confessione delle colpe da ambo le parti, se ancora oggi la vostra reazione militare ricade essenzialmente su bambini e bambine, su donne, su vecchi e giovani incolpevoli palestinesi, come voi stessi siete stati del tutto incolpevoli ed inermi nei confronti dell’odio razziale del nazifascismo?

Presidente Netanyahu per quanto tempo ancora questa vostra ricerca di vittoria potrà placare l’odio svegliatosi il 7 di ottobre?

Presidente Benjamin, come potrà lei considerarsi uomo di alta beatitudine secondo il discorso della montagna di Gesù?

Presidente Benjamin, quando vorrà aiutare il suo popolo a intraprendere la strada della clemenza, della grazia, dell’indulgenza, se ogni giorno continua a potenziare la vendetta, l’odio, il rancore, la condanna, la giusta punizione, verso altri esseri umani che hanno la sola colpa di chiamarsi palestinesi?

Presidente, all’incirca nel 1776 a.c., il Re Hammurabi promulgò il suo noto Codice, che oggi noi volgarmente chiamiamo legge del taglione, o anche occhio per occhio dente per dente. Però, signor presidente, per quanto crudo e disumano sia stato questo Codice Babilonese, almeno mostrava un principio di parità dell’offesa, infatti nella legge 196 (come in tutte le altre) si affermava: Se un uomo di rango cava l’occhio di un altro uomo di rango, gli si cavi l’occhio.

Come vede signor Benjamin, nemmeno il Re di Babilonia avrebbe risposto in maniera sconsiderata come si sta facendo in questo momento. Altro che occhio per occhio!   

I bambini di Gaza sono vittime, loro per primi, dello scellerato atto criminoso che Hamas ha compiuto lo scorso 7 ottobre, ma tutto il mondo crede che ora è giunto il tempo di voltare pagina e provare a dare identità a un cammino di pace che permetta al popolo israeliano di sentirsi in sicurezza e ai palestinesi di sconfiggere gli oltranzisti di Hamas e sentire il valore di una identità riconosciuta e connotata del diritto alla libertà che ha il suo humus nel concepire il valore di ogni uomo… che sia bianco, nero, giallo e/o di qualunque altro colore, che sia ateo, cristiano, ebreo o islamico  e che può avere un pensiero  magari  del tutto opposto al nostro ma ne ha e ne avrà sempre diritto. Israele deve comprenderlo, il contesto statuale del pianeta deve comprenderlo, la Palestina che condanna e deve condannare ogni forma di terrorismo contro Israele deve comprenderlo… ora è tempo di pace!