L’Afghanistan è una sconfitta senza precedenti

Come tanti ho visto in televisione le immagini di una Kabul mortificata.

Ciò che mi ha maggiormente impressionato è stato l’assalto alle fusoliere degli aerei messi a disposizione da più stati occidentali per il trasferimento di quelli non meglio identificati come “coloro che intendono fuggire dal regime dei talebani”.

Io per lo più ho visto afghani, non ho visto molte donne, non ho visto bambini, ho visto uomini impauriti che coraggiosamente cercavano di entrare in un maledetto ma necessario tubo. Unico obiettivo: scappare dal medioevo, dall’arretratezza, dall’oscurantismo di una legge avvertita come l’inferno.

Una cosa si leggeva nei loro occhi: non so dove andrò, non so cosa farò, non so chi sarò ma certamente sarà meglio dell’inferno…

E tanti ne ho visti cadere dalle scale, tanti ne ho visti maltrattati e bastonati, qualcuno l’ho visto entrare in quei tubi… li ho immaginati stipati… Ma quali controlli di sicurezza, quale sicurezza… nessuna…

E mentre loro combattevano per fuggire i nostri telegiornali ci aggiornavano sulle modalità anticovid che saranno adottati per quelli che giungeranno nel nostro Paese. Povero Gino Strada, magari ci sta guardando da lassù e starà rimuginando sull’egoismo stupido che connota la nostra dimensione…

Lui che ce lo aveva detto, lui che lo aveva scritto più volte, lui che ha urlato per spiegarci che la democrazia non è esportabile e ci aveva avvisati di una situazione di cui anche chi non ha occhi aveva contezza… Lui che ci aveva fatto comprendere quanto fosse necessario aprire scuole, ospedali, fabbriche, lui che ci avvisava dei guasti inenarrabili che avremmo subito anche noi a causa degli enormi arsenali che i mercanti delle armi avevano strutturato nel corso degli anni in quella terra attraversata dalle civiltà della terra e dall’inciviltà della guerra. Poveri afghani, poveri noi… Ho visto bambini e bambine disperati e dignitosi nonostante la loro disperazione, e ho pensato ai loro coetanei, i bambini che stanno nelle nostre case, che si disperano anche loro per un no. Basta un no per farli disperare e noi subito pronti a accontentare i nostri piccoli Califfi che poi cresceranno, da Califfi, e decideranno quando mandare un esercito nell’Afghanistan che verrà e poi, da Califfi, decideranno quando ritirare l’esercito e Chin se ne frega se poi viene l’inferno… Tanto è per loro l’inferno.

Chi poria mai pur con parole sciolte
dicer del sangue e de le piaghe a pieno
ch’i’ ora vidi, per narrar più volte?

I potenti che continuano a seminare discordia senza curarsi dei mali di un mondo sempre più malato anche ove appare rigoglioso e sano, abbiano a mente che il male è pervasivo e anche quando ci appare lontano è bene combatterlo perché il rischio è che comunque ricada anche ove non si crede… Noi che, invece, potenti non siamo, nel nostro piccolo e nei nostri giorni il bene cerchiamolo, facciamolo, muoviamolo, con le nostre azioni e guardando la storia senza voltare la faccia dall’altra parte cercando nel nostro piccolissimo di fare quello che possiamo.