Mise en Fable, il progetto che racconta la tavola

Siamo alla seconda fase del progetto Mise en Fable.

Il percorso ha visto la partecipazione di 23 Istituti Alberghieri di tutto il territorio nazionale, con oltre 200 docenti che hanno aderito al percorso di formazione e 2.000 studenti che hanno seguito la fase dedicata ai Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).

Cos’è Mise en Fable?

Abbiamo immaginato di recuperare il rito antico che è nella preparazione della tavola perché il desinare è per gli uomini un momento di condivisione intimo in cui lo stare insieme assume un significato speciale in cui ognuno da quello che è. Mise en Fable è una tavola che diventa una bella storia da raccontare: tavole preparate con le regole della mise en place, ma arricchite, grazie alle storie e ai giochi che di volta in volta i partecipanti andranno a scrivere e leggere.

 

Attorno ad una tavola possono accadere cose meravigliose. Proprio come il percorso di formazione di Bimed! Un’ esperienza unica, emozionante, innovativa.  Gli Istituti Alberghieri giocano un ruolo fondamentale nella formazione di professionisti che regalano “emozioni” e “leggerezza” .  Per questo, in  tempi di grandi cambiamenti,  è più che mai importante educare le nuove generazioni a guardare il quotidiano con curiosità e ricerca.
Questo percorso vuole far emergere l’importanza di affiancare alle conoscenze “tecniche” competenze trasversali ovvero “caratteristiche attitudinali” che rendono un professionista unico. Lucia Lamonarca

Il percorso

Innanzitutto l’incontro e il confronto tra i docenti, grazie al corso di formazione che si è tenuto in webinar nello scorso mese di gennaio. Poi il laboratorio su la mise en place e lo storytelling (che insieme diventano Mise en Fable) che è l’arte di apparecchiare la tavola e raccontare. Un’attenzione dei dettagli e dell’aspetto estetico connesso alla narrazione che rimanda ad un prendersi cura dell’ospite e di noi stessi.

È un atto di accoglienza e di bellezza che porta intorno ad una tavola in questo caso ragazzi ed adulti, legati da una o più storie che accolgono e raccontano. In questo modo la tavola diventa racconto, suggestione, apertura a valori che ruotano intorno al nutrimento, alla convivialità, all’accoglienza, alla bellezza, alle emozioni, all’espressione di sé, alla cura per gli altri, alla multiculturalità.

 

Personalmente mi sono concentrato a proporre aspetti psicopedagogici che a livello generale, all’interno del progetto Mise en T/Fable, avrebbero potuto arricchire il concetto stesso di Scuola Alberghiera. Ho cercato di toccare punti che andassero a incidere sull’identità profonda della formazione di un/a professionista dell’alimentazione in generale e del cibo in particolare. Punti, spunti, idee e riflessioni che potessero potenziare le abilità, le conoscenze e soprattutto le competenze umane per far sì che quel mestiere potesse uscire da una visione limitata che erroneamente gli viene attribuita. Maurizio Spaccazocchi 

 

La Mise en fable

Le classi che che hanno scritto le diverse storie organizzano un evento dal titolo The first lunch: per te, la tavola, il racconto. La tavola avrà 13 posti e il primo degli invitati è il Dirigente Scolastico. Gli altri 12 posti saranno occupati da persone che dovranno essere scelte dagli studenti.

La cosa importante è che tutto in quel giorno venga video ripreso. L’accoglienza all’ingresso, la tavola imbandita, il pranzo con le narrazioni, le eventuali eno-musicali degustazioni, la chiusura dell’azione con la presentazione degli studenti che hanno partecipato.

 

Quello della Mise en Fable è un progetto unico nel suo genere perché propedeutico ad una crescita umana e professionale degli studenti che frequentano gli istituti alberghieri. Per questo motivo auspico che si possano ripetere altri percorsi ed esperienze di questo tipo, per i ragazzi prima di tutto, ma anche per noi formatori. Renato Bernardi