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Giorgio Rizzo

Nato a Catania nel 1971, si forma all’Istituto d’Arte specializzandosi in grafica pubblicitaria e fotografia di moda. A Milano diventa il più giovane Art Director d’Italia e lavora nella moda, affinando la rappresentazione del corpo. Musicista e percussionista, collabora con artisti internazionali e si ispira al movimento dei danzatori per la sua arte. La sua pittura materica utilizza materiali non convenzionali, con un nero ctonio ispirato all’Etna. Nel suo lavoro, il corpo femminile esprime bellezza, forza e spiritualità, rendendolo un simbolista contemporaneo.

 

  • Titolo del laboratorio: Il viaggio del segno: laboratorio di estetica dell’immagine e consapevolezza espressiva
  • Materia: Arte e immagine – Ambito: espressione visiva, segno simbolico e comunicazione non verbale
  • Età: 14 – 18 anni (adattabile anche per adulti in formazione docenti o educatori)
  • Descrizione Metodologia: Un laboratorio esperienziale in cui il segno diventa il protagonista di un viaggio interiore. Si parte da esercizi di ascolto del proprio corpo e del battito cardiaco, per poi tradurre quel ritmo in gesto e infine in forma visiva. Non si disegna per rappresentare, ma per rivelare: ogni tratto è espressione di uno stato emotivo, di una tensione, di una memoria. Il laboratorio alterna momenti individuali e collettivi, con tecniche miste (carboncino, grafite, carta grezza) e spunti poetici, narrativi, musicali. Il segno viene letto, discusso, osservato nel suo processo di nascita. Non esiste errore: ogni forma è un’espressione autentica. L’insegnante diventa guida e specchio, non correttore.
  • Varianti: Modalità performance collettiva: il gruppo realizza insieme un’opera su grande formato. Modalità con musica dal vivo (uso di percussioni) per indagare la relazione tra ritmo e forma. Modalità didattica per docenti: focalizzata sulla trasposizione pedagogica del laboratorio.
  • Obiettivo: Educare lo sguardo interiore. Liberare le potenzialità espressive e non verbali Introdurre il concetto di estetica come percezione e non come giudizio. Favorire l’auto-narrazione e la consapevolezza emotiva. Trasformare il gesto in racconto, il tratto in identità. Potenziare l’ascolto, l’empatia, la relazione con l’immagine.
  • Durata: Minimo 2 ore – Formato ideale 4 ore (mezza giornata). Possibilità di ciclo settimanale o unità mensile (per progettualità lunghe)
  • Materiale: Fogli grandi da disegno (preferibilmente 50×70 o carta da pacco); carboncini, gessetti, grafite morbida; musica (diffusore o strumenti a percussione dal vivo); spazio ampio e libero da banchi, oppure aula magna/palestra; nastro carta per fissare i fogli.
  • Struttura: Attività individuale, con momenti di riflessione e condivisione in cerchio. Fasi in piccolo gruppo per il confronto e l’osservazione reciproca. Possibile chiusura con un’installazione collettiva
  • Note: Il laboratorio può essere integrato in progetti PCTO, educazione civica, orientamento, settimana dell’arte o dell’empatia. Può concludersi con una mostra dei lavori finali, in cui ogni partecipante racconta il proprio percorso in una frase o una parola scritta accanto all’opera.
  • Influenza sul percorso scolastico (ricaduta sul curricolare): Sviluppo del pensiero critico visivo. Rafforzamento della competenza emotiva. Espansione del lessico simbolico ed espressivo Inclusione di studenti con difficoltà verbali. Trasversalità con lettere, storia, musica e scienze umane Incentivo alla partecipazione attiva, motivazione, autostima.
  • Fonti: Esperienza diretta in contesti educativi e scolastici “L’estetica del segno” – approccio personale sviluppato in 20 anni di laboratori Riferimenti trasversali: Arno Stern, Bruno Munari, Maria Lai, arte terapia, semiotica dell’immagine
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