Nel ricordo di Paolo Borsellino, oggi non celebriamo soltanto un anniversario. Celebriamo un impegno. Un dovere. Una promessa.
Il 19 luglio 1992, in via D’Amelio a Palermo, la mafia cercò di spegnere la luce di un uomo giusto. Insieme a lui persero la vita gli agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Ma quella luce, accesa con il coraggio, con la coerenza e con la sete di giustizia, non si è mai spenta.
Paolo Borsellino non è una pagina chiusa nei libri di storia. È una voce che parla ancora alle coscienze. È una domanda che ci interroga ogni giorno: “Cosa posso fare io per cambiare ciò che non va?”
La legalità non è solo una parola da pronunciare nei discorsi ufficiali. È una scelta quotidiana. Un percorso faticoso, a volte solitario, ma necessario. E questo percorso parte dalla scuola, dai luoghi dell’educazione, dai giovani che imparano a riconoscere l’ingiustizia e decidono di non voltarsi dall’altra parte.
Bimed, con la sua comunità educante e con le sue iniziative diffuse in tutto il territorio, è dalla parte di chi sceglie. Dalla parte della legalità. Ogni progetto, ogni laboratorio, ogni racconto condiviso con i ragazzi è un mattone nella costruzione di una cittadinanza consapevole e attiva. Non formiamo solo studenti e studentesse: coltiviamo cittadini, seminando fiducia nel potere dell’onestà e della partecipazione.
Ricordare Paolo Borsellino significa allora educare. Significa insegnare che la giustizia non si eredita: si costruisce. Con l’esempio, con la responsabilità, con la cura per le parole e per i gesti.
Oggi più che mai, siamo chiamati a essere testimoni di quella memoria. Perché ricordare non basta, se non si sceglie anche di agire. Se non si sceglie, ogni giorno, di essere parte della resistenza civile che ha il volto della legalità, della cultura, dell’impegno condiviso.
Paolo Borsellino vive in ogni aula dove si parla di giustizia. Vive in ogni giovane che alza la mano per dire “io ci sono”. Vive in ogni progetto che unisce e dà speranza.
La memoria è radice. Ma solo l’azione la fa fiorire. E noi, come Bimed, continuiamo a farla vivere. Insieme.

