Bimed, associazione di enti locali per l’educational e la cultura, vanta tra i suoi associati molti comuni di tutta Italia. Andando alla ricerca delle bellezze di questi territori, scopriamo le meraviglie di Ayas!
REGIONE: Valle d’Aosta
SINDACO: Alex Brunod
N° ABITANTI: 1.393
SITO: http://www.comune.ayas.ao.it/it-it/home
La storia in pillole
Al nome Ayas non corrisponde a un abitato specifico, poiché è una località frammentata in numerosi villaggi, fra cui i più noti sono Antagnod, Champoluc, Frachey, Saint-Jacques e Crest.
Si pensa che ad Ayas vivessero inizialmente i Salassi, una popolazione di origine celtica che si dedicò all’agricoltura, all’allevamento, alla caccia e alla pesca fino alla conquista dei Romani intorno al 25 a.C.
In seguito la Val d’Ayas divenne un’importante via di passaggio verso gli altri territori dell’Impero; questo suo ruolo si consolidò e i rapporti col Vallese aumentarono. Da questo momento Ayes iniziò a essere chiamata Krämertal, la valle dei mercanti. Verso il 515, il territorio di Ayas fu ceduto all’abbazia di Saint-Maurice d’Agaune e ai contadini di Ayas fu imposta la pratica della religione cristiana. In questo periodo, infatti, furono costruite le prime chiese e le strade che collegavano i villaggi si intensificarono. In seguito il controllo della Chiesa su Ayas si rafforzò.
Un flusso migratorio di popolazioni walser interessò la vallata, in particolare Saint-Jacques, localmente chiamato Canton des Allemands (Cantone degli Alemanni). Questo cambiamento lasciò tracce nell’architettura, simile al Vallese e all’alta valle del Lys, e nella lingua. Nel 1300, buona parte della Val d’Ayas divenne possedimento della potente famiglia Challant e prese il nome di Vallée de Challant-Ayas. Questa famiglia governò sulla Val d’Ayas fino al XVIII secolo, quando i suoi appartenenti ne perdettero il controllo.
In seguito la valle divenne parte del Ducato di Aosta.
Come tutti gli altri comuni della Valle d’Aosta, anche Ayas fu colpito da flussi emigratori alla fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo.
Nel ventennio fascista si creò un sentimento di ostilità nei confronti del regime e nel 1944 ci fu una piccola azione partigiana.
Dopo la seconda guerra mondiale ci fu una ripresa economica e si avviò l’attività turistica ad Ayas, che portò alla costruzione di alberghi, case, strade e a un cambiamento economico.
I luoghi imperdibili… da visitare!
Il Lago Blu. Situato ai piedi del Monte Rosa, è forse la meta escursionistica più frequentata dell’alta Val d’Ayas. Dopo un’escursione che parte da Saint-Jacques (1689 mt) si arriva al Lago Blu, caratterizzato da un intenso colore turchese e con il massiccio del Monte Rosa sullo sfondo. La limpidezza di quelle acque potrebbe risultare invitante per gli amanti dei bagni, ma non bisogna tralasciare un piccolo dettaglio: si è a 2220 mt e l’acqua non è proprio caldissima!
Gli edifici religiosi. La Val d’Ayas è stata, nel corso della sua storia, molto influenzata dalla Chiesa. Per questo si contano più di venti edifici religiosi, tra chiese, cappelle, santuari, grotte e tabernacoli, tutti affrescati e legati a qualche particolare artistico. Inoltre i fedeli di Ayas hanno fatto affrescare alcune case quindi non è raro che passeggiando ci si imbatta in affreschi con rappresentazioni sacre. Nella Chiesa dell’Addolorata, a Lignod, vi è un Giudizio Universale realizzato nell’Ottocento dal pittore Franz Curta che, secondo alcuni, lo impostò sul modello del Giudizio Universale di Michelangelo.
I rascard. Sono le costruzioni popolari tipiche di questa zona. Si tratta di caratteristiche case di derivazione walser realizzate in pietra e legno, materiali di cui il territorio è ricco. I rascard sono uniti in forme semplici, ma eleganti e inizialmente fungevano sia da abitazione che da stalla e fienile. Essi sono caratterizzati dalla presenza di due o più piani; il tetto, con uno scheletro composto da tronchi d’albero, è ricoperto dalle lose, pietre tipiche del paesaggio walser. In queste costruzioni ci sono molti elementi artistici caratteristici e variabili, come le rifiniture in legno, le porte ad arco a tutto sesto, le grate alle finestre, ma non c’è uno stile unico, poiché la fantasia contadina ha fatto sì che nascessero abitazioni del tutto uniche.
Villa Rivetti. Voluta dall’industriale biellese Giuseppe Rivetti e costruita nel 1924, oggi ospita il municipio di Ayas.
Curiosità
Nel 1939 anche Ayas subì, per volontà del regime fascista, l’italianizzazione di tutti i termini straniera e, per questo, fu rinominata Aias.
Ayas è celebre per la fabbricazione dei Sabots, calzature in legno realizzate dai sabotiers d’Ayas e ricavate da un unico pezzo di legno; dal punto di vista tecnico ogni sabot non è mai uguale all’altro. Queste calzature vengono utilizzate oggi più che altro a scopo decorativo e solo in Val d’Ayas è ancora viva la tradizione di indossarli nella vita quotidiana.
Un’albergatore di Ayes, Jarno Venturini, ha avuto un’idea originale: imbottigliare la salutare aria della montagna della sua vallata per venderla ai turisti “oppressi” dallo smog della città. Il prodotto sarà venduto in due lingue (inglese e italiano) e con una versione per ogni stagione; il packaging sarà caratterizzato da foto del Monte Bianco, del Cervino, del Monte Rosa e di alcuni paesi locali. La bottiglia oltre a conservare l’aria della Val d’Ayas, che si disperderà in pochi secondi dopo l’apertura, potrà anche essere tenuta come soprammobile. L’idea del signor Venturini avrà avuto successo?
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